venerdì 29 gennaio 2010

La religione di Pandora


La pellicola di James Cameron ha fatto discutere, e molto, anche per il suo rapporto con la religione. La domanda potrebbe suonare così: di quale religione è Avatar? A dar fuoco alle polveri è stato il commentatore di religious affairs del "New York Times", Ross Douthat, che dalle colonne del quotidiano liberal l'estate scorsa aveva promosso a pieni voti la Caritas in veritate di Benedetto XVI.
Secondo Douthat, Avatar presenta "un'apologia del panteismo, una fede che rende Dio uguale alla Natura, e chiama l'umanità a una comunione religiosa con il mondo naturale". Il commentatore ricorda come questa visione religiosa sia una sorta di cavallo di battaglia dell'Hollywood più recente. Per Douthat la scelta panteista di Cameron, e dell'industria cinematografica Usa in generale, continua su questa strada perché "milioni di americani vi hanno risposto in maniera positiva". E come riconosceva già nell'Ottocento il filosofo francese Alexis de Tocqueville, "il credo americano nell'essenziale unità del genere umano ci porta ad annullare ogni distinzione nella creazione. Il panteismo apre la strada a un'esperienza del divino per la gente che non si sente a proprio agio con la prospettiva scritturistica delle religioni monoteistiche".
All'editorialista hanno replicato diversi osservatori. Sul cliccatissimo giornale online "Huffington Post" Jay Michaelson ha corretto l'interpretazione di panteismo per Avatar, parlando invece di "visione unitaria dell'Essere". "I panteisti non pregano, i panessenzialisti sì, come avviene in Avatar", suona la precisazione di Michaelson. Un'altra interpretazione viene dal blog "politicsdaily.com", a firma di Jeffrey Weiss, che invece ha deteologicizzato l'opera di Cameron, affibiandole la qualifica di "allegoria di carattere neurologico, non teologico": "Il film tende a fare in modo che lo spettatore pensi al modo in cui vuole trattare le persone con cui vive, i valori e le abitudini diverse dalle proprie".
Dall'Oriente arrivano interpretazioni ancora più "teologiche". Il quotidiano "Hindustan Times" ha ospitato una recensione in cui riconosce che i personaggi alieni che abitano Pandora "sono di colore blu, non molto diversi dalle immagini popolari di Shiva", una delle principali divinità induiste.
A dar man forte all'interpretazione indù del kolossal - che in pratica si sposa bene con la visione panteista del "New York Times" - è anche il sito di "Hinduism Today", in un articolo dal titolo che più chiaro non si può: "Il nuovo film Avatar getta luce su una parola indù". Scrive l'articolista: "La teologia indù elenca dieci tipi di avatar. Le origini di questa parola vengono dal sanscrito dei sacri testi indù ed è un termine per gli esseri divini mandati a ristabilire la divinità sulla Terra". Il sito dà voce a un fedele induista, Anil Dandona: "Il modo in cui la parola avatar viene usata nel film non è una distorsione della mia fede. È appropriato. Noi crediamo nell'Essere Supremo mandato presso gli uomini per creare la giustizia. Questi messaggeri di Dio prendono forme umani, ma hanno qualità divine".
E il cristianesimo, è assente da Avatar? Mark Silk, sul blog "SpiritualPolitics", rintraccia il nome "cristiano" di un personaggio del film: Grace Augustine, che per Silk fa riferimento al santo di Ippona e al concetto cristiano di "grazia". Sarà Grace a spiegare al protagonista, l'ex marine Jake Sully, i significati nascosti del mondo di Avatar, come quello di "rinascere due volte", che Silk rilegge cristianamente secondo il dettato evangelico dei born again. "Per questo - conclude il blogger di "SpiritualPolitics" - è possibile affermare che Cameron ha unito la vecchia teologia cristiana della grazia e della redenzione alla sua parabola anti-imperialista". Il dibattito, come si vede, è più aperto che mai.


Fonte ©L'Osservatore Romano, 10 gennaio 2010

Consolatrix afflictorum, ora pro nobis


Pietro Crisafulli annuncia un "viaggio della morte" per il fratello paraplegico 45enne, entrato in coma nel 2003 e risvegliatosi nel 2005.
Il fratello dice che lo porterà in Belgio per fargli praticare l'eutanasia visto che "da 7 anni mi promettono un piano ospedaliero personalizzato a casa, che non e' stato mai realizzato".

Fonte: ANSA, 28/01/2010

S.Massimiliano Kolbe


«Di fronte agli attacchi incalzanti dei nemici della Chiesa di Dio ci è lecito rimanere inattivi? Ci è lecito, forse, lamentarci e versare lacrime soltanto? No affatto! Ricordiamoci che al giudizio di Dio renderemo stretto conto non solamente delle azioni compiute, (ma anche) di tutte le buone azioni che avremmo potuto compiere, ma che non abbiamo compiuto! (...) Su ciascuno di noi pesa il sacrosanto dovere di metterci in trincea e di respingere gli attacchi del nemico con il nostro petto!»

giovedì 28 gennaio 2010

Leone XIII


"Il Rosario dovrebbe occupare in ciascuna famiglia il posto d'onore, com'era in passato, quando la recita del Rosario segnava in tutte le case cristiane il termine della giornata"

Letture edificanti


C. T. Dragone, Spiegazione del Catechismo di san Pio X, Casa Editrice CLS, 2009, euro 25

«...sicurezza e chiarezza di dottrina; trattazione completa di tutto l’insegnamento teorico e pratico; relativa brevità, pur essendo una ricca miniera per il catechista; sana modernità ed elevatezza di pensiero, insieme alla necessaria semplicità; giusta proporzione tra le parti: dogma, morale, culto...»

dalla prefazione del beato Giacomo Alberione

Leone Dehon


"La devozione al Sacro Cuore è soprattutto Eucaristica. Dove cercare il Cuore di Gesù meglio che nell'Eucaristia?"

mercoledì 27 gennaio 2010

Aiutò la figlia malata a morire, assolta


Procurò alla ragazza paralitica
pasticche di morfina in dosi letali

Era accusata della morte della figlia paralizzata. L'ha aiutata a morire, ed è stata dichiarata innocente dell’accusa di omicidio. Poiché però si è detta colpevole di aver collaborato al suo suicidio è stata condannata a 12 mesi di libertà condizionata. E' accaduto a Londra.
Bridget Kathleen Gilderdale, 55 anni, è la madre accusata della morte della figlia Lynn, 31 anni, per 15 anni paralizzata e costretta a letto per colpa di una rara malattia, l’encefalopatia mialgica. La madre ha ammesso in tribunale di aver aiutato la figlia a togliersi la vita, ma è stata assolta dall’accusa di omicidio volontario in quanto le prove hanno dimostrato che sua figlia aveva più volte espresso il desiderio di morire. Secondo quanto è stato riferito in tribunale, la signora Gilderdale ha procurato alla figlia due siringhe di morfina. La giovane donna si sarebbe autosomministrata la sostanza, che però è risultata inefficace. A quel punto, la madre avrebbe somministrato alla figlia due pasticche di morfina e una iniezione di aria per causare un embolo.
L’autopsia ha stabilito che Lynn è morta per overdose di morfina. La madre ha dichiarato che la figlia viveva una vita «incredibilmente triste e isolata» e che aveva più volte espresso il desiderio di portare a termine la sua infelice esistenza. La famiglia aveva anche pensato di mandarla alla clinica Svizzera Dignitas, che pratica il suicidio assistito, ma la soluzione si era rivelata troppo costosa.

Fonte: La Stampa, 26/01/2010

Aborto per tutti


I radicali attaccano «il blocco di potere clericale sulla sanità lombarda». La Bresso ha le stesse idee ma all’Udc va bene.

Se potessero, i radicali si candiderebbero in massa alle prossime elezioni regionali. Invece, a una ventina di loro, fra i quali nomi illustri come Marco Pannella, Rita Bernardini, Sergio Augusto Stanzani Ghedini, l’accesso è sbarrato. Sono stati condannati per spaccio di sostanze stupefacenti o altri reati legati alle loro numerose campagne di “disobbedienza civile”. Se ne lagna, durante una conferenza stampa, definendo «irragionevole» la legge che lo prevede, l’aspirante presidente del Lazio Emma Bonino, che fu protagonista di quella forma di lotta che dal 1975 consistette nella soppressione, per aborto mediante pompa da bicicletta, di oltre 10mila feti, ma per questo non fu mai processata, godendo dell’immunità parlamentare. Dopo 35 anni, torna alla carica in Lombardia, chiedendo addirittura il commissariamento della Regione. Con Marco Cappato, capolista dei radicali, attacca «il blocco di potere clericale sulla sanità lombarda», una gestione che rende «la legge 194 inapplicata e inapplicabile». Loro che sono «l’alternativa laica al quindicennio formigoniano», non si smentiscono: più aborto per tutti. E stavolta non con i mezzi rudimentali di un tempo, ma con la conquista del Pirellone, che consentirà di affrontare con gli strumenti del potere gli obiettori di coscienza e al contempo di risolvere anche in Lombardia il «caso della Ru 486», la pillola abortiva. In suo soccorso, intanto promette di arrivare anche Nichi Vendola, mentre Antonio Di Pietro annuncia il proprio appoggio alla candidata del Pd nel Lazio. L’esempio è quello della sua ex compagna di lotte Mercedes Bresso, governatrice del Piemonte, che ora si trova leggermente più a disagio con il proprio passato. Ieri, intervistato dalla Stampa di Torino, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, criticava la scelta dell’Udc che «corre in soccorso di un candidato più laicista di Emma Bonino. È noto a tutti che che lei più di altri si è spesa a favore dell’aborto farmacologico e dell’eutanasia per Eluana Englaro». La Bresso, che solo lunedì aveva stretto un patto elettorale con la Bonino, ribalta le accuse: «mente sapendo di mentire. La sperimentazione della pillola Ru486, in Piemonte, è stata avviata dalla giunta di centrodestra nella scorsa legislatura, noi abbiamo semplicemente proseguito quanto Ghigo (presidente della Regione) e Cota (presidente del Consiglio regionale) avevano avviato». Al che, obbliga Enzo Ghigo, coordinatore regionale del Pdl, a ricostruire come andò la faccenda: «Una cosa è sperimentare un farmaco, per valutarne la pericolosità, altra è sostenerne l’utilizzo, senza troppo curarsi dei protocolli medici e con motivazioni ideologiche, come ha fatto in questi anni, con l’avallo della Giunta, Silvio Viale, esponente radicale e oggi anche alleato di Bresso». Sulla vicenda di Eluana Englaro, poi, prosegue Ghigo «forse Bresso ha dimenticato che giusto un anno fa ha offerto la disponibilità delle strutture sanitarie del Piemonte per interrompere alimentazione e idratazione, quando in Italia non si trovava un’altra sede disponibile. Comprendo che oggi l’alleanza con l’Udc costringa Bresso a ricordare con fastidio quelle posizioni, ma questa è la verità dei fatti». E i piemontesi la conoscono bene.

Fonte: Libero, 27/01/2010